Villa Boscogrande fu tra i luoghi scelti da Luchino Visconti per ambientare alcune delle scene del celebre film Il Gattopardo
Una delle opere più importanti, suggestive e profonde della letteratura italiana, ma soprattutto siciliana, è Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un romanzo che, attraverso le vicende di una famiglia aristocratica dell’isola di Trinacria, riflette sulla storia dell’unità d’Italia.
A pochi anni dalla pubblicazione, avvenuta nel 1958, il libro conquistò il regista Luchino Visconti il quale, già orientato al neorealismo e alla realizzazione di film a carattere storico, decise di realizzare un film tratto dall’opera.
Così, nel 1963 il film Il Gattopardo ebbe un grande successo di critica e di pubblico, conquistando per l’accuratezza della sceneggiatura, la fotografia impeccabile, i costumi sontuosi e curati di Piero Tosi che l’anno successivo gli fruttarono anche l’Oscar, nonché per le scenografie e ambientazioni mozzafiato.
La storia raccontata da Tomasi di Lampedusa si snoda attraverso diverse ambientazioni in Sicilia, le due principali sono il palazzo Salina e la residenza estiva a Donnafugata.
Tuttavia, già all’inizio degli anni sessanta molto poco rimaneva dell’antica villa Lampedusa appartenuta alla famiglia dello scrittore e fonte d’ispirazione per la creazione di palazzo Salina in cui si svolgono le scene iniziali. Perciò Visconti dovette ricorrere ad un’altra villa situata nelle vicinanze dell’originale nella suggestiva Piana dei Colli e la scelta cadde sulla settecentesca Villa Boscogrande che per le riprese fu restaurata e parzialmente modificata.
Si tratta di una residenza costruita in un momento di transizione dall’architettura barocca a quella neoclassica dal duca di Montalbo rifacendosi alla Reggia di Versailles. Il risultato è un palazzo raffinato e sontuoso, superbo grazie all’imponente scalinata sormontata dall’ampia terrazza che sovrasta un giardino secolare, l’interno poi è caratterizzato da splendidi affreschi, pavimenti smaltati e ampi saloni che oggi ospitano eventi, ricevimenti e meeting.
Per quanto riguarda, invece, la location del soggiorno estivo della famiglia Salina il regista de Il Gattopardo scelse Ciminna, affascinato in particolare dalla chiesa Madre della cittadina, in cui furono girate diverse scene, ma che purtroppo rimase danneggiata in seguito alla rimozione del soffitto originale che ormai non è più in loco; mentre la facciata del palazzo del principe fu disegnata da Marvuglia ed eretta davanti a un edificio accanto alla chiesa in soli 45 giorni.
Parte delle riprese si svolsero anche a Palermo, nel quartiere della Kalsa, in particolare le scene della battaglia dei garibaldini e per l’occasione l’aspetto della città fu stravolto: le strade furono coperte di terra battuta per nascondere l’asfalto, le saracinesche sostituite da persiane e tende, mentre pali e fili della luce furono temporaneamente eliminati.
Infine, il celeberrimo momento del grande ballo finale è stata realizzata presso il palazzo Valguarnera Gangi a Palermo, una casa maestosa in stile rococò che si distingue per la ricchezza degli affreschi, le maioliche dipinte e la sontuosità dell’arredamento.
Il Gattopardo
È considerato uno dei capolavori del cinema italiano e racconta la storia del declino dell’aristocrazia siciliana nel periodo del Risorgimento italiano.
Il protagonista, Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, interpretato magistralmente da Burt Lancaster, è un nobile che si rende conto dell’inevitabile fine del suo mondo e della sua classe in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e politici. Con la comparsa dei garibaldini e l’unità d’Italia, la nobiltà siciliana vede il proprio potere svanire.
Visconti, con la sua raffinata regia, mostra non solo la decadenza della nobiltà, ma anche la complessità dei sentimenti umani, le passioni, i desideri e le aspirazioni. La scenografia e i costumi del film sono straordinari, riuscendo a catturare l’opulenza e la decadenza dell’epoca.
Uno dei momenti più iconici del film è la grandiosa scena del ballo, che dura circa quaranta minuti e in cui la camera danza tra i personaggi, rivelando le loro emozioni, i loro desideri nascosti e le loro insicurezze.
“Il Gattopardo” è un’opera che esplora il conflitto tra vecchio e nuovo, tra tradizione e modernità, attraverso la lente della storia italiana. Visconti ci presenta un affresco dettagliato e struggente di una società in trasformazione e della fine di un’era.