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La colonna sonora del Gattopardo: musica che sa di Sicilia
Il film di Luchino Visconti ispirato al grande romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un’opera d’arte che si compone di numerosi elementi curati nei minimi particolari, una di questi è certamente la colonna sonora curata da Nino Rota.
Valzer e ballabili romantici e magnificenti, ma intrisi di una decadenza e di una malinconia fin de siècle che restituiscono lo spirito del libro dell’autore siciliano.
Per le riprese de Il Gattopardo il regista, che per alcune scene ha scelto l’ambientazione di Villa Boscogrande, ha voluto una musica che sottolineasse i temi principali del film, dopo vari tentativi la scelta cadde su vecchie composizioni del musicista che raccontavano i diversi momenti della storia, rimarcandone l’atmosfera e donando spessore alle immagini.
Uno dei primi brani a essere scelto fu La Sinfonia sopra una canzone d’amore, che in parte era già stata usata come colonna sonora, ma che presto venne adattata alle esigenze di Visconti e usata per la sequenza del Viaggio a Donnafugata.
A ogni momento le sue sonorità, che contribuiscono in modo decisivo, tuttavia, tra mazurke, contraddanze, polke, quadriglia e galop talvolta recuperati tra opere precedenti di Rota, spicca il valzer di commiato, sia per la celebre scena del ballo, sia per l’orecchiabilità del tema.
Si tratta di una partitura inedita di un Valzer brillante di Giuseppe Verdi, il manoscritto era stato regalato a Visconti dal montatore del film Mario Serandrei il quale lo aveva comprato da un antiquario romano.
In un secondo momento Rota adattò il brano in modo che potesse essere eseguita da un piccolo ensamble e lo registrò a Palermo in modo relativamente frettoloso per presentare un provino al regista. Tuttavia quest’ultimo decise di non modificare la registrazione perché nella scena finale del ballo l’orchestra suona dal vivo in una casa privata e una esecuzione imperfetta risultava più realistica.
Una grande colonna sonora per un film indimenticabile e sempre attuale sia peri temi trattati, sia in quanto esempio dell’eleganza e della raffinatezza siciliana.